XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 2 ott 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Questa domenica la Parola di Dio è apparentemente molto chiara, ma allo stesso tempo facilmente manipolabile e interpretabile in modo unilaterale. In realtà si apre a moltissimi scenari e interpretazioni.
Lasciamoci guidare oggi su vie nuove...
Ritengo che la chiave interpretativa della Parola di Dio di oggi si trovi esattamente alla fine del Vangelo, quindi ascoltiamo nuovamente quel passaggio.
"Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il Regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro".
Nell'ottica di Gesù i bambini sono coloro che sono semplici e che attendono tutto dai loro genitori. Gesù è appena uscito da una discussione con delle persone complicate che vogliono regole rigide e nette. Davanti a persone del genere l'unica risposta è quella della durezza e della radicalità, ma a chi vuole ascoltare, in privato come ai discepoli, egli dà una logica diversa.
La logica è la semplicità della legge dell'amore! È l'accoglienza!
Oggi come ieri Gesù a quella parte di Chiesa che vuole le regole e la rigidità dà risposte dure, ma a tutti gli altri ricorda il primato dell'accoglienza e dell'amore gratuito.
Potremmo tradurre la sua posizione con questa frase, un po' dura e brutale, "vuoi la rigidità? Vuoi regole dure e crude? Benissimo... la regola è questa ora vivila!"
Ai bigottoni rigidi che tormentano gli altri con la morale, con la dottrina, con il codice di diritto canonico e con la rigidità bisogna dire: "comincia a vivere tu quello che vai in giro a predicare e lascia stare gli altri".
Noi torniamo alla semplicità della vita secondo la Scrittura.
Sarebbe stato facile per me concentrare tutta l'omelia solo sulla "sacralità del matrimonio" partendo proprio dalla lettura di Genesi e dal Vangelo.
Sapete qual'è il problema?
Questo passo del libro della Genesi non sta parlando in prima battuta del matrimonio, seppure si concluda con un riferimento ad esso, ma sta parlando di una cosa molto più importante…
Il concetto base che Dio ci vuole far conoscere lo dice il Signore stesso «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
E cosa fa Dio? Crea prima gli animali e in un secondo tempo qualcuno che corrisponda realmente ad Adamo.
Il punto non è il matrimonio o la procreazione in senso primario, ma che l'umanità non si isoli e non si ripieghi in se stessa.
Però devo fare un breve accenno a quel passaggio della lettura di oggi che spesso viene interpretata da alcuni in chiave esclusivamente matrimoniale.
Attenzione, è un'interpretazione legittima che viene data dal testo stesso, ma non è quella più immediata e completa se non si capisce il senso profondo del brano.
La traduzione italiana dice:
"Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta".
Questa frase in italiano non ha senso! È tradotta male...
Qual'è la parola ebraica per dire uomo e qual'è quella per dire donna? Ish uomo e Isshah donna.
Il testo andrebbe tradotto in questo modo:
"Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà Isshah (uoma),
perché da Ish (uomo) è stata tolta".
Questo passaggio non è casuale e non è irrilevante... davanti a Dio esiste certamente il maschile e il femminile dal punto di vista della vita terrena, ma prima di tutto c'è l'umanità nella sua unità… solo l'umanità!
Questo è evidente anche in un altro passo quando Gesù viene messo alla prova sulla fede nella resurrezione e si trova a rispondere: "Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli".
Cioè? Il maschile e il femminile davanti a Dio sono la medesima cosa cioè l'umanità.
Vedete che allora il brano di oggi può essere interpretata come dichiara lo stesso libro profetico, in senso unitivo matrimoniale, ma non si esaurisce l'interpretazione a quello. Potremmo dire che emerge la necessità non primariamente matrimoniale, ma che l'umanità non si isoli.
Quando Gesù riprende questo testo davanti a persone dure di cuore che vogliono usare il ripudio, cioè il divorzio, per i propri fini di comodo è costretto a essere duro e radicale perché di questo loro necessitano.
Ma di nuovo l'interpretazione, come già vi dicevo all'inizio, e quella della semplicità e dell'apertura. Il bambino prende tutto dal mondo degli adulti in maniera semplice e acritica... prende tanto il male quanto il bene e attende tutto dagli altri. Il bambino nel mondo antico non ha potere, di per sé neanche diritti e sostanzialmente a livello civile quasi non esiste.
È un modo diverso rispetto al nostro di interpretare il mondo dell'infanzia…
Allora capendo la durezza dell'ottica antica sull'infanzia vediamo che il Vangelo ci sta dicendo qualcosa di potente e di diverso rispetto alle leggi dure che vogliono gli Scribi e Farisei, ma forse anche alcuni di noi.
Il Papa, dopo tanto tempo, grazie ad Amoris Letitiae, ci ha riportato ad una visione Evangelica su certe tematiche in cui ci siamo fin troppo irrigiditi perdendo il senso profondo testo.
Lungi da me battere sulle questioni relative al divorzio che sono situazioni difficili e spesso dolorose, situazioni spesso altrettanto legittime!
Essere semplici vuol dire lasciarsi guidare da Cristo attraverso le proprie scelte personali e attraverso la propria vita senza giudicare gli altri, fratelli e sorelle, per le loro situazioni personali.
Dice la parola di Dio che "non è bene che l'uomo sia solo", il centro è questo!
Bisogno essere liberi dalla presunzione, come Gesù che scende dal proprio essere Dio per insegnarci che solo scendendo dal nostro orgoglio, dalle nostre presunzioni, diventando come bambini, che diventiamo capaci di andare incontro agli altri senza giudicarli, senza pregiudizi e senza condanne. Solo quando ci abbassiamo, cioè diventiamo realmente noi stessi, diveniamo capaci di relazionarci in modo benevolo con tutti.
A coloro che vogliono la chiesa fatta di regole dure e uniformanti, a coloro che oggi si aspettavano urla di indignazione verso le sorelle e fratelli divorziati... ecco, bisogna dire a queste persone che hanno sbagliato chiesa! Nella Chiesa di Cristo, nella chiesa cattolica, non si ha diritto di escludere nessuno a causa dei propri fallimenti, del proprio orientamento sessuale e del proprio genere.
Dio è venuto per tutti perché "non è bene che l'uomo sia solo".

Madre di Dio, ti affidiamo le nostre famiglie, ti affidiamo le famiglie cristiane e quelle non cristiane, ti affidiamo tutte le forme familiari che esistono anche se spesso non riconosciute dalla chiesa e dallo Stato. Ti affidiamo in particolare quelle che lottano per il lavoro, quelle che rischiano di perdere la casa, quelle che vivono per strada, Ti affidiamo le famiglie che vivono la guerra e che cercano una speranza per i propri figli. Ti affidiamo le famiglie che assistono gli anziani e i malati, quelle che vivono la fatica, ma lo fanno nella gioia.
Fa che non ci vendiamo neppure per un attimo a quei profeti di sventura che vogliono a tutti i costi contrapporre il matrimonio cristiano alle altre forme familiari creando un conflitto inesistente.
Concedi alla chiesa universale e alla nostra nazione italiana il dono dello Spirito Santo perché ci si possa aprire sempre più all'accoglienza di tutti.
Amen.
Comentarios