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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 23 ott 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Il vangelo di oggi è uno dei più famosi: Bartimeo, il cieco, urla verso Gesù che passa accanto a lui, per attirare la sua attenzione. Da evidenziare è il comportamento dei discepoli che invece di aiutarlo lo zittiscono, ma Gesù invece lo chiama, lo guarisce e quindi permette a Bartimeo di seguirlo.

Da questo primo sguardo sommario su questo Vangelo desidero sottolineare alcuni elementi:

  1. Bartimeo è cieco, l'unico suo possesso, come per tutti i poveri del tempo di Gesù, e la coperta, il mantello, con cui si copre la notte. Come molti malati cronici del tempo, si considera ed è considerato peccatore, l'evidenza di questo suo stato spirituale è dato dalla malattia.

  2. Gli apostoli pur essendo con Gesù non hanno acquisito uno stile accogliente, ma sono disturbati da questo povero che urla. In fondo non c'è molta differenza tra noi e gli apostoli ogni qualvolta che allontaniamo i poveri o chi ci disturba dalle nostre chiese.

  3. Gesù davanti alla richiesta di questo povero, al cospetto del suo urlo disperato, cerca una relazione e un contatto.

Già solo da questi tre punti emerge tutto ciò che di positivo e negativo possiamo intravedere negli apostoli, cioè nella nostra comunità, e quanto di positivo c'è invece in Gesù.

Il cieco è consapevole del proprio limite, ma riesce a riconoscere in quell'uomo che passa per strada qualcuno che è venuto per lui, non è accettabile un rifiuto per Bartimeo! Alla richiesta del maestro di avvicinarsi, il povero lascia il suo bene più prezioso per terra cioè la coperta, il mantello.

C'è un insegnamento di Bartimeo per noi: se veramente vuoi essere guarito dalla tua cecità, dal tuo orgoglio, devi incontrare Cristo, ma per incontrarlo devi desiderarlo e invocarlo, dopodiché ci si alza per andargli incontro perché non si può seguire Cristo stando seduti cioè vivacchiando la vita. Non si segue Cristo nella comodità delle proprie sicurezze! Bisogna lasciarle... Se lasciamo il mantello delle nostre sicurezze allora Dio ti guarisce, anzi, molto di più, ti salva e da senso al tuo cammino.

Inoltre Bartimeo ci insegna una particolare sfumatura della vita credente che a noi cristiani perbenisti non piace: ci insegna ad essere inopportuni!

Bartimeo contesta lo status quo degli usi religiosi del tempo che vedevano i malati ai lati delle strade, senza disturbare e sempre appesantiti dalla consapevolezza del proprio presunto male morale.

Bartimeo urla, contesta lo status quo e pretende un'attenzione, un cambiamento! Quanto sarebbe bello oggi avere una comunità capace di contestare quelle forme violente della fede tradizionale fatta di dettami a volte assurdi, di tradizioni vuote e di leggi assurde, persone capaci di non tollerare più il male all'interno della struttura ecclesiale.

Non dobbiamo essere come quelli che sono sempre contro tutto e tutti per distinguersi dagli altri nella chiesa, ma persone di una fede che è capace di contestare perché realmente viva.

Per essere salvi bisogna uscire dalle proprie comodità e rompere le scatole agli altri, dicendo magari esplicitamente quello che gli altri non vogliono sentirsi dire.

In una vita di fede il problema della forma è grande, ma ancor di più quello della sostanza delle cose.

(Qui faccio un esempio concreto attinente alla comunità a cui sto parlando…)

La vita cristiana spesso è uno spogliamento, o dovrebbe esserlo, delle nostre certezze per diventare mendicanti della fede, pronti a vivere anche qualcosa di nuovo, e poi diventare testimoni di Cristo nel mondo.

La liturgia eucaristica non è questo? Iniziamo la messa dicendo al Signore di avere pietà di noi come fa Bartimeo, poi ascoltiamo quello che Gesù ha da dirci nella sua Parola e nel commento del prete al Vangelo, lo incontriamo personalmente nell'Eucaristia che ci libera dai nostri peccati e infine andiamo in pace fuori dalla chiesa facendoci testimoni nel mondo di questo incontro.

Diventiamo cristiani che non si accontentano dello status quo, delle tradizioni e del "si è sempre fatto così".

Diventiamo dei discepoli rompiscatole come Bartimeo… rompiscatole, ma che vivono e sono disposti a seguire Gesù ovunque.





Signore Gesù, fammi sentire i tuoi passi accanto a me nel buio di fede in cui mi trovo, la tua voce mi raggiunga per dirmi cosa vuoi da me. Signore ho bisogno di capire la tua volontà, ma poi ho bisogno di essere aiutato a compierla.

Io che sono spesso freddo ti chiedo l'entusiasmo per rispondere con decisione alle tue richieste, donami la fede per chiedere ciò di cui veramente c'è bisogno, la speranza per affrontare tutte le difficoltà e con carità offrirmi totalmente a te e agli altri.

Fa' che la paura dello status quo non mi fermi, rendimi un rompiscatole della fede, una persona capace di denunciare il male per vivere il bene. Aiutami Signore ad alzarmi al tuo richiamo.

Dice il Vangelo riguardo a Bartimeo che un discepolo lo avvisa dicendo "alzati, ti chiama"... Signore, fammi capire che sono parole pronunciate anche e soprattutto per me: fa che io possa essere sempre attento ad accoglierle e viverle nel profondo del cuore e nella quotidianità della vita. Amen.

 
 
 

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