XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
- Gabriele Semeraro
- 22 ott 2022
- Tempo di lettura: 5 min

Se la scorsa settimana il Vangelo ci ha guidato sul tema della preghiera e sulla necessità di pregare sempre, questa settimana ci vuole mettere in guardia dalla tentazione più pericolosa di noi cosiddetti cristiani. La tentazione la enuncia direttamente il Vangelo "Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri".
Dobbiamo avere chiaro che questa presunzione non è sempre visibile a noi stessi anche quando siamo molto attenti alla nostra vita interiore e spirituale. Si tratta della tentazione e del peccato più diffuso tra noi credenti.
Mi perdonerete se batto sempre sulle stesse cose e non vorrei che qualcuno estremizzasse le mie parole, ma è l'atteggiamento più diffuso e meno compreso tra molte associazioni cattoliche e non solo. In tutte le associazioni, esattamente come nella chiesa, c'è di tutto, ma a volte l'immagine che traspare all'esterno è di durezza.
Tante volte la nostra preghiera è come quella del fariseo e lo è non solo in alcune formulazioni previste dai nostri rituali, ma anche nella nostra preghiera personale e spontanea. A volte la nostra preghiera si ammanta di formule ipocrite, mascherate da preghiere benevole, ma che giudicano i fratelli e le sorelle che sono differenti da noi.
Quante volte con la scusa di lavorare e di promuovere l'associazionesmo cattolico o l'associazionismo pro-vita cristiano noi diventiamo arroganti e usiamo il Vangelo come un'arma da sbattere sulla faccia degli altri.
Dico una cosa ovvia nella chiesa, ovvia per preti e vescovi sicuramente, ma che dovrebbe essere ovvia per tutti: il compito dell'associazionismo cristiano, delle parrocchie, dei credenti, non è quello di diventare arroganti, di usare il Vangelo contro qualcuno o di diffondere quella che abbiamo trasformato in una baggianata che chiamiamo "cultura cristiana". Il compito dell'associazionismo cristiano è quello di vivere un dono particolare dello Spirito Santo e di manifestarlo al mondo promuovendo non uno stile di vita, ma Cristo stesso che è una cosa molto diversa.
Stessa cosa per qualsiasi gruppo o realtà che si fonda su una forma ecclesiale che si rifà a Gesù Cristo che sia essa Cattolica oppure di qualunque altra denominazione cristiana.
Quante volte le preghiere dei fedeli, quelle del foglietto della domenica, le preghiere spontanee sono viziate da una forma che presuppone che chi enuncia la preghiera sia in una condizione superiore agli altri.
Una bestemmia!
Non sapete quante volte ho sentito dire nelle nostre comunità, riferendosi a qualche manifestazione religiosa pubblica (processioni, tradizioni, ecc…), che la tale manifestazione fosse necessaria per far vedere il cristianesimo che ormai è una minoranza.
Perdonatemi la forma eccessiva… Mi verrebbe da dire un sano "ma chi se ne frega".
Non dobbiamo salvare le tradizioni fini a se stesse, non dobbiamo diventare nuovamente religione di Stato che è stata una delle cose che da un lato ha salvato il cristianesimo, ma dall'altro lato ci ha distrutto perché ci ha resi poco credibili. Dobbiamo rimanere invece discepoli e discepoli che anche attraverso la pietà popolare manifestano Gesù e il suo amore per il mondo.
Noi non siamo chiamati a diventare una maggioranza, ma restare il piccolo gregge Testimone della Misericordia. Noi siamo chiamati a riconoscerci più peccatori degli altri perché ci è stata fatta la grazia della consapevolezza del nostro limite.
Dovremmo provare repulsione e prurito quando sentiamo qualche fratello o qualche sorella cristiani che si ergono a paladini della fede, difensori di Cristo.
Dio non ha bisogno di essere difeso da te, Gesù non ha bisogno di te per essere protetto, ma ha bisogno di te per essere annunciato prima di tutto attraverso la tua vita.
Le forme storiche dell'annuncio possono cambiare, ma non la sostanza e la sostanza non è l'annuncio della morale Cattolica.
Quando preghiamo consideriamo le parole che stiamo usando e cerchiamo di capire se crediamo a quello che stiamo dicendo, cerchiamo di capire se la formula che noi usiamo non sta mascherando un atteggiamento ipocrita e cerchiamo di capire che tipo di preghiera fare perché sia autentica e gradita a Dio.
La preghiera del fariseo è sbagliata perché presuppone una contrapposizione: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano"
La preghiera del fariseo è sbagliata perché presuppone che obbedire ai comandamenti basti per essere giusti: "Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".
La preghiera del fariseo è sbagliata perché manca di consapevolezza profonda del proprio peccato che non è minore rispetto a quello degli altri.
"Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”".
Il pubblicano viene presentato da Gesù in modo essenziale perché possa emergere chiaramente l'atteggiamento del suo cuore.
Noi siamo lontani dalla cultura ebraica del tempo di Gesù e quindi alcune forme ci suonano anche emotivamente estranee. Personalmente mi sono trovato più volte a ringraziare perché sono esattamente come gli altri: a volte bugiardo, incoerente, fragile, infedele, presuntuoso, poco avvezzo ad amare, ecc… dico sempre che se faccio l'esame di coscienza basandomi sui comandamenti so per certo di averli infranti tutti.
(Io non sono meno peccatore di un assassino perché con la mia lingua ammazzo tanta gente. Io non sono meno peccatore di un ladro perché spesso rubo idee e risorse agli altri punto. Io non sono meno peccatore di un bestemmiatore perché con la mia vita bestemmio molto più gravemente. Si può fare Questo ragionamento con ogni singolo comandamento che troviamo nella Bibbia).
Mi sono trovato a ringraziare non perché non lavoro su questi aspetti che abbiamo tutti, ma perché essere come gli altri e vedermi esattamente come gli altri, mi permette di non montare il superbia.
Questo atteggiamento del cuore ci permette di lavorare su noi stessi, di mantenerci in cammino dietro Gesù e di sospendere il giudizio su molti nostri fratelli e su molte nostre sorelle.
Guardando al pubblicano non dobbiamo pensare che lui sia un represso, uno passivo, un ipocrita perché col suo peccato entra nel tempio.
Chi è peccatore e ne è consapevole deve essere qui. I giusti, i difensori della fede e della morale, fuori dalle scatole perché Gesù non è venuto per loro. Gesù non ha bisogno di noi se siamo in questo stato, ha bisogno di noi consapevoli del nostro limite e misericordiosi verso tutti soprattutto verso quelli lontani da lui.
"Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato".
Per Feglino in chiusura del periodo di festa che va dal 12 maggio al 25 ottobre.
Trovo interessante che le letture di questa domenica siano proclamate in questo santuario dedicato a Maria Ausiliatrice.
Veneriamo in questo luogo Maria col titolo di "aiuto"... non la perfetta, non l'Immacolata, non l'assunta, ma Aiuto dei cristiani.
Perché Maria è venuta a Feglino? Perché si è fatta conoscere e venerare sotto questo titolo di Ausiliatrice?
Fateci caso nella nostra diocesi le apparizioni mariane nella storia assumono spesso una connotazione particolare che guarda ai pubblicani di oggi.
A Feglino la veneriamo come Ausiliatrice mentre a Savona come Madre di Misericordia.
Maria oggi ci ricorda e ci riporta all'insegnamento di Gesù che abbiamo udito nel Vangelo.
La devozione a Maria è sempre cosa buona quando riporta al Vangelo e quando parla di Misericordia. ma ci dovrebbe sorgere qualche dubbio quando il contenuto di certe presunte apparizioni sembra essere in dissonanza con il Dio che ha manifestato Gesù Cristo.
A noi figli e figlie della diocesi di Savona-Noli, è ancor più a voi feglinesi, è stata concessa la grazia di una visita particolare del cielo.
A noi è stata data una grazia, ma anche un onere gravoso di essere testimoni della Misericordia Celeste.
Ricordiamo allora le parole di Gesù del Vangelo di mercoledì 19 in cui viene detto "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più".
Chiediamo al Signore il dono di riconoscere il nostro peccato, la forza per affrontarlo e chiediamo il dono di smettere di giudicare chi è diverso da noi per cultura, fede, genere, orientamento sessuale, politica e qualunque altra cosa.
Che nel nostro cammino Maria Ausiliatrice possa essere il nostro aiuto reale, lei che è Madre di Misericordia ci insegni ad essere misericordiosi con noi stessi e con gli altri, a lei che è aiuto dei Cristiani chiediamo di esserci Madre, Sorella e Amica.
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