XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C Apertura anno scout
- Gabriele Semeraro
- 5 nov 2022
- Tempo di lettura: 4 min

La Parola di Dio di oggi tocca due temi che sono alla radice della vita credente, della fede, due temi che possono avere grandi risvolti nella nostra vita. Questi temi sono la fede nella resurrezione e la testimonianza di vita.
Non è tutto uguale a tutto! So che noi sembra oggi tutto uguale: credere nella reincarnazione, credere in una vita eterna di tipo spirituale oppure credere in una vita eterna che si fonda sulla Resurrezione del corpo. Non è tutto uguale a tutto!
I presupposti della nostra fede hanno, o dovrebbero avere, conseguenze concrete nella nostra vita quotidiana.
La fede nella resurrezione, e della Resurrezione del corpo, ci porta ad avere un certo atteggiamento verso la morte e ci porta ad avere una certa relazione con i vivi. La fede in un Dio che si incarna e che si fa uomo, che vive come noi, ci porta a vivere in un certo modo.
Dalla fede nella resurrezione nasce un certo stile di vita che è, tra l'altro, uno stile di vita da cui nasce lo scoutismo.
Sono convinto che se BP non fosse stato cristiano e quindi non avesse avuto un certo tipo di fede nella resurrezione, non avremmo avuto lo scautismo come lo conosciamo oggi.
Da un certo modo di intendere il rapporto con Dio, con la vita e quindi col proprio corpo nasce la testimonianza di fede.
La discussione che Gesù ha con i sadducei non è una mera questione teologica, ma un'impostazione di vita.
È lo sguardo con cui l'uomo guarda a Dio e di conseguenza alla vita!
La testimonianza dei sette fratelli che abbiamo sentito nel libro dei maccabei è una testimonianza importante. I greci avevano invaso Israele e volevano assimilarlo alla propria cultura, al proprio stile di vita e volevano annientare un certo modo di guardare al mondo.
Questi fratelli invece sono certi che Dio sia vivo e vero e che anche la loro morte possa essere occasione di testimonianza dell'amore di Dio. Loro non credono genericamente che un giorno risorgeranno, ma sono certi che vivranno in Dio e certi che Dio li risusciterà.
A proposito della propria fede diceva BP: 《Non c’era nulla di paragonabile tra quella scena divina e la vita degli uomini che avevo lasciato giù nell’oscurità. Inciampai, atterrito da tutto ciò, quando, al momento in cui ebbi bisogno di un contatto con il mondo umano, alzandomi, trovai davanti a me una figura la figura di “Cristo Redentore”. Non era il solito crocifisso patetico, ma un Essere generoso, con un’ampia veste e le braccia allargate in atteggiamento di protezione. Una bella statua, felicemente collocata allo scopo di segnare un confine e un segno di pace perpetua tra gli Stati di Argentina e Cile, ma collocata ancor più felicemente di quanto avesse potuto pensare il suo autore, perché in quel luogo offriva un segno tangibile del legame tra l’umano e il divino - legame che Cristo era venuto a dare con la sua vita sulla terra.》
In questi due anni all'apertura del gruppo vi ho ripetuto di trovare la vostra strada, di trovare la vostra dimensione di fede proprio per questo motivo… essere cristiano o non esserlo non è indifferente, credere nella risurrezione o credere nel Karma non è uguale, da tutte queste cose nasce uno stile di vita che non è semplicemente scout, ma è uno stile di vita credente…
Uno stile di vita che è bello, che guarda al servizio come struttura importante per la propria vita e non come un peso. Questo lo dico a noi adulti e a noi i capi in particolare: abbiamo vissuto un momento di crisi quest'anno e ci siamo domandati se terminare il servizio perché abbiamo vissuto lo scautismo come un peso e non siamo più stati capaci di essere testimoni.
Capita a tutti e il servizio nello scautismo non è detto che sia eterno, ma non lasciamoci tentare da altre dinamiche, non carichiamoci gli uni con gli altri in modo negativo, non cediamo a manie efficientistiche che non hanno nulla a che fare con l'essere scout e con l'essere scout cristiani.
Ciascuno di noi, a prescindere dal punto in cui noi ci troviamo del percorso scout o di vita, deve scoprire il proprio rapporto con Dio e deve iniziare a capire qual è la propria fede perché dalla propria fede nasce un preciso stile di vita
L'esito finale non è semplicemente l'essere felici, non è semplicemente il vivere bene, ma la scoperta di una relazione importante assunta come relazione seria, un rapporto che trasforma il mio modo di essere, di vivere e di morire. La testimonianza e il servizio sono intimamente legati al nostro modo di essere e di vivere.
Vi ripeto per il terzo anno consecutivo quello che vi ho già detto in questi ultimi due anni: non lasciatevi fregare da nessuno!
Esattamente come noi capi abbiamo scelto di far tacere gli uccelli del malaugurio che dicevano che non si doveva partire quest'anno, uccelli del malaugurio che erano dentro e tra di noi, così voi non fatevi rubare la gioia della vita cristiana.
Di profeti di sventura ne abbiamo tanti sia nelle nostre famiglie, sia a scuola, sia nel lavoro, sia tra gli amici e sia negli scout, na noi vogliamo essere testimoni di Gesù! Noi crediamo nel Dio della resurrezione, della bellezza, della gioia, del servizio, della buona azione quotidiana, della fraternità, ecc… un Dio che ha attraversato le difficoltà e la croce, ma che non ha deciso di mollare tutto solo perché la strada si faceva dura.
Tutto non è uguale a tutto!
Siate uomini e donne capaci di scelte coraggiose, responsabili delle proprie azioni e capaci di trasformare il mondo intorno grazie a scelte coraggiose di amore quotidiano.
Siate testimoni di questo Dio bello, siate uomini e donne responsabili di questo mondo, siate autentici scout.
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