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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 13 nov 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Siamo alle ultime domeniche dell'anno liturgico, domenica 28 novembre inizia il nuovo anno liturgico con l'avvento, e le letture di oggi prendono un tono apocalittico.

Ma Gesù sta realmente parlando solo della fine dei tempi?

Se non leggiamo con attenzione tutto il brano verrebbe da dire "sì", ma non è così.

Dice Gesù "In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre".

Certamente parla della fine, ma quale?

Il Signore dice "in verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga".

La generazione a cui parla Gesù è passata e ne sono venute molte altre.

Gesù parla a ogni generazione in modo particolare e oggi parla a noi.

Il tema allora non è la fine del mondo e il giudizio finale, ma la vigilanza! La nostra vigilanza!

Nessuno di noi sa quando finirà il nostro benessere, la nostra salute e la nostra vita. Nessuno conosce il proprio futuro...

Ci sono dei segni da leggere, ci sono i tempi della vita e c'è da vivere per prepararsi all'incontro definitivo.

Possiamo leggere i segni della nostra vita e costruire il nostro futuro di conseguenza, giorno per giorno.

Che si tratti del cosiddetto "giudizio universale" oppure a quello "particolare" al momento della nostra morte, bisogna arrivare pronti e consapevoli, bisogna aver vissuto e aver attraversato la propria storia con consapevolezza.

Il fatto che Dio è Misericordia infinita e che ci vuole tutti con sé, non deve farci però presumere che tutto ci andrà bene nella vita oppure che ci sarà la salvezza per noi!

Non è a forza di preghiere che meriteremo la salvezza, la salvezza non è un nostro diritto… sono le nostre azioni che dicono a chi apparteniamo.

Ricordiamoci soprattutto che noi potremmo anche essere le persone più buone e generose del mondo, ma questo non ci da diritto alla gioia eterna: Dio la dona, è Lui che decide e concede! Non è un nostro diritto.

Non facciamoci prendere dall'ansia da prestazione o da esame… alla fine si arriva passo dopo passo, vivendo!

Niente paura.

Dio è libero e ci vuole liberi.

Vivi al meglio delle tue possibilità e lascia il mondo migliore di come lo hai trovato… secondo le tue possibilità, ma migliore.

Dobbiamo stare attenti a non cadere nell'errore che fecero i cristiani dell'era apostolica i quali erano convinti che il Giudizio finale fosse da lì a breve.

L'attesa per cristiano non è quella della fine del mondo, ma quella del ritorno a Cristo. Stiamo parlando di un'attesa non passiva, ma che accelera questo ritorno perché c'è un desiderio di incontro da parte nostra con Cristo.

L'attesa escatologica, quella della fine quando incontreremo Cristo, è l'attesa di ogni tempo della storia, anzi di più, di ogni giorno che viviamo.

Dobbiamo imparare realmente dal fico a leggere i segni dei tempi e dobbiamo realmente domandarci se noi è presente questo desiderio di incontrare Gesù oppure se siamo più terrorizzati che altro.

Non si tratta Allora di meditare sulla propria morte, ma ad incontrare Cristo in ogni aspetto della nostra vita e di conseguenza, quando sarà il nostro momento, non incontreremo con terrore un estraneo, ma qualcuno che già conosciamo bene.

Quello che ci chiede il Vangelo è molto diverso da quello che urlano molti profeti di Sventura all'interno delle nostre chiese, le madonne postine che promettono disgrazie, l'ansia da fine dei tempi, complotti e forze demoniache che sovvertono la chiesa, ecc…

Impariamo dal fico a leggere i segni dei tempi, ma non lasciamoci prendere dall'ansia perché la fine per il credente coincide con il principio e con il fine: Cristo Gesù.





Padre buono, non permettere che noi siamo paralizzati dalla paura, che restiamo bloccato dai profeti di sventura, non permettere che seguiamo con sconforto le cattive notizie che arrivano dal mondo, aiutaci a non restare sopraffatti dalla paura e dal pessimismo, aiutaci a vincere le parole di odio e disprezzo che spesso ci abbattono.

Donaci la speranza è la gioia, la trepidazione per qualcosa di meraviglioso, l'attesa per un domani glorioso, donaci una fede che nasce dall'incontro, dell'amore, dalla accudimento e dall'ascolto.

Permetterci di sentirti vicino ogni giorno, Facci vivere la dolcezza senza fine, La gioia che nasce nel profondo del cuore anche in mezzo alle avversità e l'esultanza di un animo che ti ha come amico. Allora ci indicherai il sentiero della vita che è gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. Amen.

 
 
 

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