XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
- Gabriele Semeraro
- 16 nov 2024
- Tempo di lettura: 6 min

Le letture di questa domenica potrebbero risultare alle nostre orecchie scoraggianti.
Immagino anche che però alle orecchie di altri possano generare euforia… mi riferisco ai catastrofisti, agli amici dei gruppi millenaristi spesso di stampo Medjugorjano e ad alcuni della redazione di Radio Maria.
Da sempre i gruppi eretici e i gruppi millenaristi leggono in queste letture la conferma del loro desiderio di giustizialismo e del loro odio verso chi è diverso.
Voglio entrare in queste letture non in punta di piedi, ma come un caterpillar cioè con estrema forza.
L'intento del libro del profeta Daniele non è quello di dire chi verrà condannato, ma l'intento è quello di dire al popolo di Israele diverse cose tra cui: che è protetto da Dio attraverso l'Arcangelo Michele e quindi non deve temere il fatto di essere schiavo di un altro popolo, dire al popolo che alla fine ci sarà una conseguenza positiva perché si dimostra forte e resiliente, infine dire che il giudizio appartiene a Dio e che questo giudizio toccherà la concretezza dell'esistenza. Altra cosa interessante che dice il testo è la fede nella Resurrezione, dato non scontato per il popolo d'Israele.
Da nessuna parte dice che noi possiamo fare nulla per cambiare l'esito finale del giudizio. Mi spiego per non essere frainteso…
Non c'è scritto di tormentare gli altri con le nostre maniere religiose, da nessuna parte è scritto che la condanna sarà per tutti quelli che sono diversi da noi e non è scritto che noi saremo sicuramente salvati.
Dice Dio per bocca del Profeta “in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro”.
Il popolo che segue Dio nel cammino della perfezione sarà salvato, ma anche “chiunque si troverà scritto nel libro”.
Il “chiunque” non lo decidiamo noi e non lo decide la chiesa, ma Dio stesso. Chiunque Dio riterrà degno di salvezza sarà salvato.
Ed è interessante che nel libro non si dice che i santi risplenderanno come stelle del cielo bensì dice “i saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”.
C'è la parola “saggi” e la parola “giustizia”.
I saggi sono coloro che usano l'intelligenza e che restano aperti alla possibilità di un cambiamento… sono coloro che incamminano gli altri verso la giustizia.
Il concetto di “giustizia” invece richiederebbe del tempo per arrivare alla concezione di Gesù dove la giustizia di Dio è la Misericordia.
In questo senso dovremmo tradurre il testo che abbiamo ascoltato in modo diverso e cioè: “coloro che avranno indotto molti alla misericordia risplenderanno come le stelle per sempre”.
Il Vangelo, ad una lettura superficiale, può sembra sulla stessa linea catastrofista della prima lettura, ma non è così.
Gesù non ha l'ansia di dire quando verrà la fine bensì di invitare allo sviluppo di uno sguardo critico e consapevole sulla realtà.
Avere lo sguardo critico e consapevole non vuol dire fare come fanno i gruppi eretici che leggono in ogni catastrofe naturale la punizione di Dio.
Avere uno sguardo critico e saper leggere i segni dei tempi significa rendersi conto che Dio arriva nella storia anche nostra.
Dove vediamo Dio nella situazione attuale, situazione anche generata dai nostri comportamenti cattivi, dove intravediamo la sua azione?
Certo il cambiamento climatico porta con sé violenza, morte, fame ed disquilibrio sociale. Dio con questo centra poco, perché è causa dell'azione umana, ma Dio è alle porte che bussa per dire che esiste una speranza.
Noi non sappiamo leggere i segni dei tempi oppure li manipoliamo?
Oltretutto il Vangelo si sta chiaramente riferendo a qualcosa di diverso dalla fine del mondo infatti Gesù dice: “In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Da quando Gesù ha parlato sono passate tante generazioni… perché lui parla ad ogni generazione e quindi anche la nostra. I segni dei tempi sono chiamati a leggerli tutte le generazioni nel proprio presente e sono chiamate a vedere il Signore che viene in ogni generazione.
Vedete quanto poco c'entri la fine del mondo?!?
Conferma di questa visione interpretativa della parola di Gesù ce la dà Gesù stesso quando dice “Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre”.
È un modo carino per ricordarci di non preoccuparci della fine, ma di vivere il presente.
È un modo carino per dirci “fatti i fatti tuoi”! Noi facciamo le creature e lasciamo fare Dio a Dio.
Gesù sa perfettamente quando finirà il mondo, ma non è quella la priorità e non vuole che noi ci facciamo ansiare dalla paura della fine. Lo stimolo deve essere la vita e una vita da ricercatori del Signore.
È molto più semplice di quello che noi possiamo pensare e allo stesso tempo è molto più impegnativa di quello che possiamo immaginare.
Quali sono i segni dei tempi oggi, di Gesù che agisce nella storia di questa umanità?
Ovviamente io non posso partire dalla vostra personale vita, ma posso accennare a quello che conosco.
In diocesi c'è un gran fermento per la riforma sinodale e il nostro territorio di San Giuseppe aderisce ad una zona pastorale dove stanno nascendo tante cose belle.
Stanno nascendo collaborazioni che porteranno la nostra chiesa a essere più presente nel quartiere attraverso quello che è lo specifico cristiano: la Carità, la preghiera e la vita fraterna.
È una cosa faticosa? Si.
È qualcosa che fa paura? Si.
È qualcosa che scomoderà la nostra vita? Assolutamente sì.
In questa comunità parrocchiale stanno nascendo tante cose e alcune nascono perché qualcuno si è sentito chiamare dal Signore oppure dal proprio pastore e, in qualche modo misterioso, ha riconosciuto nella voce del pastore la voce di Gesù.
Penso al “Gruppo di Animazione Terza Età” che parte per la generosità di alcune persone che non sono più buone degli altri, ma si sono sentite interpellare dal Vangelo e hanno provato a guardare dove Gesù emerge nel nostro quartiere.
Penso al gruppo “cuccioli” del catechismo che parte dall'intuizione dei genitori riuniti con me e dalla chiamata interiore di due persone che si sono sentite interpellare interiormente da Gesù a fare gli educatori.
Davanti a un bisogno che sa di Vangelo, chi cammina da discepolo si sente chiamato e trova le forze di agire.
Penso al gruppo “New Generation” degli adolescenti con cui si inizierà un cammino a breve. Il cammino nasce da un'esigenza specifica loro e da un problema che, alcune comunità della nostra zona pastorale, ha avuto con alcuni di questi ragazzi… un problema di in accoglienza e, a volte, di bullismo.
È troppo facile e troppo comodo dire che Dio oggi non agisce. È troppo comodo aspettare che sia la chiesa istituzione a muoversi al posto mio.
Non è vero che nel mondo è tutto brutto e tutto va male come non è vero che nel mondo tutto è bello e tutto va bene.
Noi confondiamo il Vangelo con altra roba che non c'entra niente con il messaggio di Dio.
Non puoi aspettare che siano gli altri a pregare, prega tu e coinvolgi altri tu.
Non puoi aspettare che siano gli altri a occuparsi dei poveri, occupati tu di loro e coinvolgi gli altri tu.
Non puoi stare a lamentarti che le cose vanno male quando tu non metti per primo la tua azione nel mondo.
Non puoi lamentarti se Dio è poco percepito in questo mondo perché la responsabilità di farlo percepire è la tua, Dio manda te.
Non fidatevi troppo di quei messaggi e di quei veggenti che pensano di stimolare la vostra fede e la vostra vita attraverso messaggi catastrofici e annunci di morte. Non fidatevi di chi usa il nome di Dio per giustificare la violenza contro le donne, contro le persone di affettività diversa e chi usa la religione come strumento di violenza.
Se riuscite, non ansiatevi per la fine del mondo oppure della vostra vita, ma mantenete lo sguardo sulla vita e su come Gesù si manifesta oggi. Se vivrai bene, se amerai Dio e amerai il tuo prossimo allora non hai nulla da temere nonostante i tuoi possibili peccati e le tue possibili fragilità, nonostante la malattia e la morte.
Tendenzialmente Dio non eviterà le catastrofi naturali, le malattie, non ti risolverai i tuoi problemi personali e non ti libererà per magia dalle conseguenze delle tue azioni… però aiuterà te ad attraversare queste cose, si metterà accanto a te e darà un senso d'amore a tutto ciò che vivi.
Ora comincia il tempo dell'ascolto per ciascuno di noi… smettiamo di lamentarci e cominciamo a vivere veramente la Carità, la preghiera e di fatto l'amore.
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