top of page

1 novembre Festa di tutti i Santi

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 31 ott 2021
  • Tempo di lettura: 5 min


In classe, nei giorni scorsi, ho parlato della festa cattolica irlandese di nome "All Hallows Eve" che tradotto in italiano sarebbe "la festa della vigilia di Ognissanti", ma che noi conosciamo con il nome americano, in un inglese contratto, di Halloween.

Dato che in realtà questa festa cattolica irlandese è strettamente legata alla festa di oggi... è stata la scusa per me di parlare delle due feste odierne dei Santi e dei defunti.

Così dopo aver fatto vedere un video su questo tema in cui si spiegava bene le radici cristiane di Halloween, ho fatto questa domanda: "chi sono i Santi secondo voi?".

Loro hanno risposto che sono persone morte che durante la loro vita hanno compiuto atti eroici per la chiesa oppure hanno vissuto in modo perfetto secondo i precetti cristiani.

Per essere giovani molto lontani dalla Chiesa, sia per formazione personale che per scelta di vita, possiamo dire che hanno risposto tutto sommato in modo corretto.

Ma se chiedessi a voi che frequentate la Chiesa "chi sono i santi", cosa mi rispondereste? Presumo che un buon 90% di voi risponderebbe allo stesso modo, magari con qualche sottigliezza e conoscenza culturale in più.

E io mi troverei a dire a voi, come ho detto ai ragazzi in classe, che la risposta è corretta ma non è completa ed è un po' imprecisa.

La Chiesa ci insegna che i Santi sono, in senso proprio, tutti i battezzati perché chiamati a guardare alla Santità di Dio e viverla nella propria vita. In questo senso i Santi non sono semplicemente quelli in paradiso, canonizzati o meno, non sono neppure le anime del Purgatorio, ma siamo tutti noi insieme con loro.

La ragione per cui la festa si è divisa sostanzialmente in tre parti, una più laica e due più religiose, ha ragioni storico-spirituali di vario tipo.

A noi interessa che oggi festeggiamo tutti coloro che sono battezzati e che vogliono impegnarsi in questo cammino di fede, mentre domani ricordiamo tutti coloro che sono defunti di cui noi non conosciamo il destino finale e per cui noi ci impegniamo a pregare perché, nel caso fossero ancora in Purgatorio, possano raggiungere presto il regno di Dio.

Le letture di oggi non sono certo di facile interpretazione, ma la chiave di volta ce la dà proprio il Vangelo. Il Vangelo, o meglio Gesù, associa il concetto di beatitudine con quello di santità. Il santo è colui che è beato cioè felice.

Non si tratta di una felicità superficiale, ma di fondo, che riguarda l'intimo di noi stessi. Questa felicità non corrisponde alla quiete o all'assenza di dolore, ma è qualcosa che riguarda l'essere umano che vive secondo lo stile di Cristo.

Per chi di noi conosce la spiritualità di Francesco d'Assisi potremmo dire che la "beatitudine" è quella che Francesco chiama "la perfetta letizia".

Quando noi leggiamo le Beatitudini e le meditiamo corriamo un grosso rischio, che è quello di vederle come qualcosa di talmente distante da noi, dalla nostra vita, da essere quasi impossibili da realizzare. Certamente le Beatitudini sono un progetto di vita molto grande, un progetto che richiede molta energia, ma tutti gli esseri umani sono stati fatti per quel tipo di felicità in ogni momento della loro vita.

Ma come fare a vivere le Beatitudini nella quotidianità, come si fa a sentirsi beati quando si vive nel dolore e nella fatica, quando si ha fame e sete di giustizia e non si riescono ad ottenere? Prima di tutto dobbiamo pensare che essere beati significa che siamo stati segnati da qualcuno.

Nella vita ci si può considerare segnati sia quando si subisce un torto, e questo segno lo si porta dentro con dolore, sia quando si è profondamente amati.

Vi faccio un esempio personale... il giorno della mia ordinazione sacerdotale è stato certamente il momento massimo di consapevolezza di esser stato segnato dall'amore di Dio. È stato il giorno più importante, ma anche uno dei più brutti a causa di alcune persone e situazioni che me l'hanno rovinato. Ciononostante c'era la perfetta letizia nonostante la presenza di un grande dolore interiore. Quel giorno il male ha marchiato il mio cuore, lo ha ferito, ma non ha vinto perché io mi sentivo fondamentalmente segnato dall'amore di Dio.

Noi siamo Santi quando ci sentiamo segnati dall'amore di Dio, cioè quando siamo in grado di lasciarci amare da lui e proviamo a vivere questo amore tra noi… anche nelle circostanze più dure.

In questa logica capiamo bene che quelle Beatitudini un po' strane che abbiamo sentito oggi come ad esempio:

"Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

(...)

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

(...)

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli"

Sono Beatitudini che assumono un senso perché si fondano sulla certezza di essere amati da Dio. Posso anche essere perseguitato e soffrire, ma ho la certezza che Dio mi ama e questa certezza non viene meno. C'è qualcuno che mi pensa.

Il Beato non è un cretino che vive da solo e che si illude di essere felice, ma beato è colui che ha incontrato un amico fedele che si chiama Gesù. Un amico che lo ama sempre di un amore reale ed eterno, anche e soprattutto, nei momenti di fatica, di oppressione, un amico che non lo lascia mai solo.

Riguardo a questo tema Vorrei leggervi due righe di Sant'Agostino:

"la ricompensa della virtù sarà l'Autore stesso della virtù, il quale ha promesso di darsi ad essa come la massima e migliore ricompensa che ci possa essere. La fine dei nostri desideri sarà Colui che vedremo per sempre, che ameremo senza mai stancarci, che loderemo senza fine. Questo dono, questi sentimenti, quest'occupazione saranno certamente comuni a tutti, come la vita eterna sarà comune a tutti".

Perché leggervi questo testo di Agostino? Perché sottolinea con chiarezza che c'è una coincidenza tra la beatitudine è l'incontro con il Beato, Cristo è il Beato: lui è il primo Santo che ci rende Santi, lui è l'unico Santo perché solo Dio è Santo.

Lasciamoci rendere santi da lui…





Signore Gesù, donaci il tuo Spirito per comprendere le tue parole nel discorso delle beatitudini. Donaci l'umiltà di riconoscere i nostri limiti, i nostri sbagli e la capacità di accettare la fatica, il dolore e il nostro peccato. Donaci la grazia di vincere ogni forma di asprezza e di aggressività presente in noi.

Liberarci dall'indifferenza per le ingiustizie e le oppressioni, donaci un cuore capace di perdonare sempre, donaci la sincerità delle parole, la semplicità dei pensieri e la semplicità dei gesti d'amore.

Donaci mani capaci di costruire ponti e relazioni di pace con tutti. Donaci la forza di lasciarci prendere in giro, di essere umiliati, di essere disprezzati a causa della fede senza cedere o scappare, donaci la gioia di saperci eredi del tuo regno. Gesù rallegraci tu, rendici beati, donaci la perfetta letizia… Siamo disposti a diventare giullari di Dio, a subire umiliazioni, per amore tuo e perché tu possa essere accolto da tanti che oggi ci prendono in giro.

Amen

 
 
 

Comments


  • Facebook personale
  • Gruppo Facebook
  • Instagram profilo personale
  • Pinterest
  • Instagram Icona sociale
  • YouTube Icona sociale
  • Tumblr Social Icon
  • Twitter Clean
bottom of page