Mercato o carità? La questione dell'offerta della messa.
- Gabriele Semeraro
- 9 mar 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Sui media in questi giorni abbiamo letto le molte notizie sulla frase del papà sul fatto che “la messa di suffragio mondo paga”. E giù notizie, articoli e commenti… Noi scegliamo di fare ragionare al di là dei giornali e dei giornalisti. Andiamo al di là dell'apparenza, cuore delle cose! Partiamo da un concetto base e semplice: la messa non si paga! Detto questo, andiamo al perché delle cose. Perché l'offerta? A cosa serve? Nei paesi dove non esiste sostentamento clero la quota della messa permette al prete di mangiare. In altri casi può essere utile per pagare le bollette di luce, acqua e riscaldamento di cui tutti usufruiamo. Perché il Papa ha richiamato al fatto che la messa non si paga? Perché spesso il popolo crede di “comprare e pagare” la messa rendendola “privata o personale”. Altro pericolo è quello che il prete possa pensare che la quota gli sia “dovuta”. Pensiamo ad un paese dove non esiste il sostentamento clero (8*1000)… La Francia. In Francia il prete deve occuparsi di molte parrocchie elettronica vocazioni sono poche, deve lavorare per mantenersi e spesso è oberato dalla burocrazia. Come fa a mantenersi e come mantenere strutture enormi ne hanno spese fisse, ma non entrate fisse? Usciamo dal falso mito della chiesa ricca! La chiesa ha spesso strutture enormi e inadeguate…. Costosissime che non generano profitto, ma solo debito. La messa non si paga, ma l'offerta è giusto farla in un ottica di carità verso la comunità e verso il sacerdote. Da parte del sacerdote è giusto non pretendere l'offerta, ma non c'è nulla di male nell'accettare soprattutto se è nel bisogno. Andiamo sempre alle fonti delle cose e delle notizie, ma usiamo sempre il buon senso.
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