Il caso Alfie
- Gabriele Semeraro
- 24 apr 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Fino a questo momento ho letto e pregato, ma... un breve pensiero un po' controcorrente. Il caso Alfie... Mi ha sorpreso molto l'ondata di indignazione su questa situazione difficile così lontana da casa nostra. Mi sono domandato quale motivo abbia spinto l'opinione pubblica, o meglio la pubblica opinione, a mobilitarsi per questo bambino. Capitemi bene: SONO CONTENTO CHE LA SITUAZIONE SI STIA SISTEMANDO, ma mi sorprende che in una società dove la cultura della morte predomina si sia potuto optare per la vita. Mi sono domandato se le ragioni di questo vadano ricercate: 1- nel fatto che si tratta di un bambino e questo urta la nostra sensibilità buonista 2- nel fatto che si violi il diritto di scelta dei genitori, se pur emotivamente coinvolti, a decidere il meglio per il figlio 3- per le conseguenti evoluzioni legislative sul diritto alla scelta anche sui pazienti adulti. Inoltre mi sono domandato se la reazione sarebbe stata differente se i genitori avessero voluto farla finita e lo stato no... insomma la situazione inversa. Ritengo che la situazione di Alfie solletichi molteplici corde in noi per le ragioni sopracitate e non solo. A parer mio è fondamentale, a livello europeo e italiano, approfondire la questione dei diritti dei pazienti (nel caso dei bambini ciò che è diritto del genitore) e capire le competenze dello stato per evitare ingerenze. La questione DAT, tanto criticata nei mesi scorsi, è vitale perché riguarda proprio la tutela dei diritti dai pazienti (certamente esistono forme legislative differenti). In definitiva... Non apprezzo l'esposizione mediatica di questo bambino, ma ringrazio il Cielo per l'evoluzione attuale. Prego e spero vada sempre meglio. Ma... non possiamo esimerci dal ricercare chiarezza sui diritti dei pazienti, sul tema inizio e fine vita.
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