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Eterno infantilismo?

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 9 ott 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

È triste vedere come nelle nostre comunità siamo ripiegati su noi stessi È in balia di certe dinamiche di potere... Siamo talmente bravi a creare alibi per ogni cosa che facciamo che alla fine ci crediamo pure noi. Molto spesso nell'ultimo periodo pensando a me stesso mi sono domandato "Ma io dove sono rispetto al vangelo che ascolto ogni giorno? dove sono rispetto alle indicazioni che il papa è il mio vescovo mi danno?" Forse è questa Domanda esplicita che mi aiuta a soffermare il mio sguardo sulle dinamiche di potere e di controllo a cui potrei essere soggetto e di cui potrei non rendermi conto. Mi sembra che il nostro stile cristiano sia sempre molto teorico... siamo sempre pronti a lamentarsi e a dire "si potrebbe fare questo e si potrebbe fare quello", ma poi quando arriva il momento di metterci la vita è la faccia... Ogni scusa è buona per restare nella nostra immobilità! mi spaventa molto vedere comunità il gruppi estremamente efficienti e dediti all'autoconservazione virgola ma poi totalmente incapaci di costruire Ponti per paura di perdere una fantomatica identità. Mi spaventa vedere che per alcune nostre realtà è più importante il trattenere le persone piuttosto che condurle a Gesù e lasciarle libere di scegliere... Scegliere anche di andarsene se lo ritengono giusto. Ho l'impressione che siamo tentati di restare coi cristiani eternamente infantili dal punto di vista della fede, del servizio e della liturgia! Ma Dio ci chiede di essere come bambini nella semplicità e non di essere infantili. 


 
 
 

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