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Battesimo del Signore

  • Immagine del redattore: Gabriele Semeraro
    Gabriele Semeraro
  • 7 gen 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Dopo la festa dell'epifania, ogni anno, la domenica successiva celebriamo la festa del battesimo di Gesù.

Dobbiamo fare alcuni chiarimenti introduttivi altrimenti rischiamo di non comprendere sino in fondo il collegamento tra queste feste.

Prima del Vaticano II le feste del Natale avevano inizio con il Natale e terminavano il 2 febbraio che veniva chiamata festa della purificazione di Maria (oggi la chiamiamo festa della presentazione al tempio del Bambino Gesù).

Inserire la festa del battesimo all'interno di quest'arco temporale potrebbe sembrare scorretto siccome il battesimo di Gesù è avvenuto in età adulta.

In realtà c'è un profondo legame tra l'Epifania e il battesimo del Signore. Il racconto dell'Epifania ha come scopo quello di ricordare che Dio si è manifestato a tutti e che a tutti ha portato la salvezza.

Il battesimo di Gesù è la manifestazione pubblica di quel Dio incarnato. In fondo si tratta di un'altra Epifania.

Ecco perché il battesimo di Gesù è inserito qui temporalmente.

Un altro chiarimento è necessario rispetto proprio al concetto battesimo.

Noi pensiamo al battesimo cristiano, ma Gesù non fa il battesimo cristiano.

Nel mondo giudaico c'erano molte forme di abluzioni rituali, di battesimi e di lavaggi. Tutti stavano a indicare non solo l'igiene fisica, mai il desiderio di essere puliti davanti a Dio.

Il battesimo di Giovanni è un battesimo di conversione: la gente andava da lui perché era gravemente nel male e desiderava fare un gesto all'inizio di un cammino di conversione.

Potremmo dire che era una sorta di sacramentale tipo il nostro segnarci con l'acqua benedetta.

Un gesto che a livello liturgico non non è necessario, ma che serve al fedele come segno.

Noi invece riceviamo il battesimo di Cristo che è quello della Croce e non del Giordano, è un battesimo che scaturisce dal costato di Cristo nel momento in cui viene trafitto con la lancia.

Inoltre come tutti i sacramenti il battesimo cristiano realizza ciò che promette: cosa promette il battesimo cristiano? Promette di farci figli di Dio e lo realizza istantaneamente.

Il battesimo di Giovanni non perdona i peccati mentre il battesimo cristiano si.

Il gesto che fa Gesù allora è un gesto particolare perché lui non ha bisogno di convertirsi, ma si mette in fila con i peccatori e ne condivide la strada.

È interessante poi che il testo dice chiaramente che, quando Gesù si immerge, solo Giovanni vede i segni e sente la voce.

Leggete bene il testo!

La manifestazione avviene davanti a persone scelte e poi gli altri devono fidarsi.

È sempre la dinamica di Dio questa: si manifesta a pochi per darsi a tutti.

Gli angeli si manifestano ai pastori che sono considerati il peggio del peggio nella società giudaica, Gesù bambino è contemplato da tre saggi, l'inizio del Ministero di Gesù è consacrato solo davanti agli occhi di Giovanni il Battista, Gesù sceglie un certo numero di discepoli e di aposto, ecc… si manifesta a pochi per darsi a tutti, ma è sempre necessario il salto della fede cioè il fidarsi delle persone che si ha davanti.

Ora il Vangelo parla a noi, si sta manifestando a noi e ci sta chiedendo di arrivare a tutti attraverso noi.

Attenzione alle manie religiose di certi gruppi, da quelli più spirituali a quelli più concreti…  Noi dobbiamo guardare al Vangelo e alla chiesa di oggi che si esprime attraverso la struttura attuale, le persone che attualmente la governano e le espressioni che la vivono.

Oggi! Non nel 1600!

Ci sono dei testimoni che ci rendono testimoni, ora tocca a noi.

Come si diventa testimoni? Non si urla nelle piazze, non si diventa esperti della teologia morale, non si diventa dei maniaci della religione e non si tormenta gli altri con le nostre convinzioni.

Testimoni si diventa vivendo in modo semplice, amorevole e accogliente.

I testimoni si formano: attraverso una lettura critica del Nuovo Testamento (critica vuol dire con l'aiuto di qualcuno o di testi che vanno ad approfondire il testo originale in greco. Non dobbiamo farlo noi c'è già chi l'ha fatto), vuol dire avere un minimo di vita liturgica, vuol dire avere tantissima vita fraterna positiva senza distinzione tra dentro e fuori la chiesa o tra cristiani e non cristiani. Vita fraterna!

La testimonianza non è mai pesante e non è mai moraleggiante, ma parte dal fondamento della fede che è l'annuncio di un Dio che vuole essere come noi pur di salvarci tutti.

L'annuncio parte guardando al Gesù storico e sapendo che è Dio veramente, l'annuncio parte guardando al Gesù storico che accoglie tutti tutti, l'annuncio parte guardando alla carità della Chiesa delle origini e provando a rielaborarla nella concretezza della nostra vita.

La nostra vita deve essere annuncio attraverso azioni concrete e dobbiamo essere in grado di formarci, ma soprattutto di fidarci della chiesa che in questo momento è davanti a noi.

La chiesa reale: Papà Francesco, la CEI e il vescovo Calogero.

Non siamo d'accordo su tutto quello che la chiesa propone oggi? Pazienza! Restiamo sui fondamenti condivisi da tutti.

Non riusciremo a portare Cristo alla gente né con la rigidità né con la lassezza, ma certamente con la carità e la gioia.

Gesù si è messo in fila coi peccatori senza tormentarli, ma proponendogli una via bella e lasciandogli la libertà. Gesù ha provocato non mettendosi ad urlare nelle piazze contro la gente, ma proponendo il suo stile di vita: ha predicato più coi gesti che con le parole.

Dio ha dato l'esempio in prima persona nella persona in Gesù, ora tocca a noi.

Invece di tormentare gli altri, mostriamo loro con la nostra vita e con le nostre azioni che il cammino che abbiamo scelto è un cammino per cui vale la pena dare la vita e che quel camino l'ha scelto per sé Dio stesso.

 
 
 

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