I DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA - ANNO C
- Gabriele Semeraro
- 5 mar 2022
- Tempo di lettura: 4 min

Siamo all’inizio del tempo di quaresima come ogni anno.
Che senso ha la quaresima? La quaresima è un luogo, un tempo, che la chiesa ci dona per tornare a ciò che è essenziale della fede e della nostra vita. L’augurio che vi faccio e che mi faccio è proprio questo: che possa essere un tempo di ritorno all’essenziale! Un tempo in cui cambiamo rotta alla nostra vita troppo spesso decadente, vivacchiante e imborghesita.
Dobbiamo ricominciare a vivere e riprendere il passo è faticoso. La quaresima è la palestra in cui re-impariamo a vivere!
In questa domenica troviamo Gesù che è come ogni uomo, nè più nè meno!
Lo troviamo immerso nella sua umanità, così immerso che fa esperienza anche della tentazione. Si trova nel deserto che è il luogo dove l’uomo può prendere le distanze da tutto, il luogo dove si incontra Dio, ma anche le tentazioni.
La nostra vita è proprio questo: luogo di redenzione e tentazione.
Il Vangelo oggi ci parla di libertà e di liberazione, ma ci libera veramente? E chi è che ci libera veramente?
Il libro del Deuteronomio ci ha presentato l’esperienza del cammino nel deserto. È interessante che non ci viene presentata una teoria, ma un esperienza reale, un itinerario. Perché ci viene proposto questo racconto? Perché ci viene insegnato l’arte umana e spirituale del “fare memoria". Il fare memoria genera la gratitudine e la gratitudine apre alla gratuità.
Ecco perché il popolo offre le primizie a Dio e si unisce nella preghiera di ringraziamento. Ecco perché ogni anno ripetiamo la Quaresima.
Le primizie che si offrono sono dono del Signore e a lui vanno rese come segno di gratitudine in quanto lui è origine e meta di tutto: la libertà, la fede, la speranza e la vita stessa.
Fare memoria dell’origine del nostro bene per ripartire dalle basi. Il testo di oggi dice “Mio padre era un arameo errante”, il testo parla di Abramo, l’uomo che ebbe fede e si fidò di Dio così tanto da lasciare la sua terra.
Abramo non è perfetto eppure Dio si rivela a lui e manifesta la sua promessa attraverso e nonostante lui. Così fa anche con noi…
E Gesù? L’uomo Gesù è perfetto, ma condivide la nostra imperfetta umanità. Anche Gesù è umanamente perfettibile altrimenti le tentazioni non avrebbero senso e non si spiegherebbero.
Gesù fa nel deserto l’esperienza della privazione e della tentazione su quello che, come Uomo-Dio, può affascinare la sua umanità… ma in fondo anche la nostra!
Le tentazioni su cosa sono?
Il cibo.
Gesù come tutti vive il limite della fame. Sono 40 giorni che digiuna e la tentazione arriva nel momento di maggiore fragilità, come per tutti noi, e colpisce gli appetiti sensibili.
Il potere.
Gesù è consapevole che potrebbe avere tutto il potere che vuole, anche nel senso più mondano, ma il disegno del Padre è un’altro. Il potere mondano fa gola a tutti… guardate la situazione politica internazionale di oggi, ma anche i nostri meschini poteri e pretese.
La divinità.
Gesù ha potere sulla natura e sui miracoli. Esercitare quel potere potrebbe rendere apparentemente più facile la strada e potrebbe portare la gente ad adorarlo. Tutti cerchiamo questo tipo di attenzione e tutti vorremmo questo potere.
Inoltre il tutto avviene nella grande tentazione del linguaggio religioso. Tentazione tipici dei fedeli e dei preti di oggi, di sempre…
Gesù alla manipolazione della Scrittura risponde andando al cuore della Parola.
Sia il Diavolo sia Gesù citano la Sacra Scrittura, ma è profondamento diverso. Il Diavolo si serve della Scrittura e la piega ai suoi interessi mentre Gesù si affida e si fida della Parola di Dio.
Questo cosa dice a noi?
Ci dice che possiamo vivere una religione formale attenendoci a norme, precetti e tradizioni non facendo nè un passo in meno nè uno di più… insomma una prassi religiosa fredda! Messe, riti, digiuni e devozioni fredde e inutili in quanto senza amore. Una religiosità che droga e spegne la nostra coscienza.
La parola ci dice anche che possiamo fare come Gesù cioè vivere la Parola di Dio in libertà.
C’è un primato dell’intenzione su come ci accostiamo alla Parola: se la usiamo per noi, per avere vantaggi (potere, avere, possedere) oppure se ci lasciamo liberare dalla Parola che, a sua volta, ci libera da noi stessi, dai nostri egoismo, dai nostri meschini interessi, dai nostri possessi.
La Parola di oggi e la prassi quaresimale ci dice: “stai iniziando la Quaresima, scegli: vuoi scegliere di usare la Parola e le Tradizioni per essere tranquillo con la tua coscienza ma senza muovere un dito? Oppure vuoi ti lasci stimolare dalla Parola e dalle tradizioni per camminare e cambiare?”
Il cammino quaresimale può essere occasione di tentazione e caduta in una religiosità borghese e comoda oppure occasione di cambiamento e azione guidata dalla Parola di Dio stessa.
Credere e avere fede non è andare in Chiesa, ma è essere discepolo/a che cammina sempre, che lotta, che non si nasconde dietro un dito. Significa scorgere Gesù e il suo cammino in ogni circostanza della vita: nella politica, nel sociale, in famiglia, nel lavoro, nella preghiera, ecc… è rinnovare il proprio “sì” concretamente ogni giorno.
E tu? Cosa scegli?
Gesù,
dammi la forza di combattere il male,
aiutami a capire quando una scelta mi porta fuori strada,
aiutami a capire quando una scelta mi porta a mentire,
a manipolare, apparire, ignorare e a chiudermi in se stesso.
Signore,
aiutami a dare il nome giusto al bene,
al buon senso, alle scelte illuminate, al servizio,
alla carità e all’amore fraterno.
Aiutami a conoscere e rifiutare ciò che è male,
la tentazione, le fughe dalle responsabilità, l’egoismo,
la paura e l’indifferenza.
Non permettere che scelga le lusinghe,
soprattutto quelle che appiattiscono tutto,
quelle che giustificano il male, l’inevitabile, il normale,
abituale e il cosiddetto "innocuo"
Il tuo Spirito Santo e la Parola
mi guidino in ogni circostanza,
mi aiuti a scorgere le menzogne del mondo e del maligno,
mi guidino sulla tua volontà concretamente vissuta, sempre.
Amen.
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