III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
- Gabriele Semeraro
- 19 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min

La parola di Dio di oggi ci invita alla conversione e ci mostra la Misericordia di Dio.
Il tempo passa veloce, anche quello della Quaresima, e se non stiamo attenti rischiamo che il tempo non sia fruttuoso.
Nel libro dell'Esodo ci viene raccontata la manifestazione di Dio a Mosè nel roveto ardente, manifestazione in cui viene rivelato il nome proprio di Dio. Il Signore si rivela come "Colui che è" cioè colui che è presente, un Dio di persone: il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, quel Dio che attraversa le storie della liberazione e le scelte delle persone.
Esattamente come nella storia cristiana, Dio è un Dio della storia e non un Dio astratto. Ecco perché è un Dio che si rivela nei volti, nei nomi, in chi ha salvato: è un Dio efficace.
Il Dio di Gesù Cristo ci invita alla libertà e alla conversione, ed è proprio per questo che nel Vangelo di oggi sembra urlare: "svegliatevi!"
Abbiamo sentito la parabola… c'è un fico che non porta frutto quindi deve essere tagliato perché non sfrutti il terreno della Vigna. C'è anche qualcuno che però si oppone a questo taglio e chiede un tempo utile per poter provare a far fruttificare il fico.
Sappiamo bene il significato delle varie immagini: la Vigna è il Regno di Dio, il Padrone è il Padre, il Vignaiolo è Cristo, il fico siamo noi.
C'è l'umanità che non porta frutto e che sfrutta il terreno del Regno. Il Padre dà un termine a questo sfruttamento, ma il Figlio chiede una deroga perché si possa prendere cura dell'umanità in modo tale che porti frutto.
Certamente la Quaresima è un tempo di preparazione per i frutti buoni, ma non è sufficiente.
Gesù zappa intorno alla nostra vita, la concima e gli dà acqua, ma la nostra parte è quella di accogliere questo lavoro e lasciare che lui arricchisca la nostra vita.
La Misericordia però pur essendo infinita non è eterna: è stato fissato un tempo, un tempo breve… un anno!
Il tempo della Misericordia è ora, non è domani e non è in un generico futuro, ma ora. Se ci rendiamo conto di essere nel peccato, se ci rendiamo conto che siamo troppo adagiati, che siamo pigri, allora svegliamoci!
Il peccato non è semplicemente la violazione di "regolette", ma il vero peccato è mancanza di amore.
"Padre sono qui per il precetto, ma non ho peccato". Beato te! O forse sei inconsapevole di quanto sei immerso nella tua cacca?
"Padre non uccido, non rubo e vengo in chiesa". E vuoi un premio? Sai che uccidi con la lingua, rubi se non paghi le tasse, tradisci con i pensieri, sei idolatria ogni volta che il calcio è il tuo signore, ecc...?
Ogni volta che manchi all'amore concreto sei peccatore/peccatrice.
Abbiamo molti strumenti che ci aiutano: sfruttiamo!
Il Signore ci manda un sacco di aiuti per capire questa cosa e discernere i segni dei tempi: il Signore manda Mosè ed Elia, i Profeti, il Vangelo, la gerarchia ecclesiale, ma soprattutto ci manda i fratelli e le sorelle di fede…
Possiamo accogliere questo dono oppure possiamo fare finta di nulla.
possiamo pensare in questa Quaresima: cosa devo fare per avvicinarmi al Signore, per cambiare, per gettare via quelle cose che non vanno? Concretamente!
Oppure potremmo anche dirci "no, aspetterò alla prossima occasione, la prossima Quaresima".
Ma sarai ancora vivo la prossima Quaresima? Sarai vivo anche solo domani mattina? Il momento opportuno è oggi e non nel futuro ipotetico perché di domani non c'è certezza…
La conversione parte dalla nostra quotidianità: pensieri, lingua, piccole azioni, intendi di male e di bene, gesti gratuiti oppure meschini, dall'uso di sotterfugi ad azioni di autentica carità, ecc…
La nostra libertà si gioca su questo.
Mi piace concludere con un testo poetico di Santa Teresa di Gesù Bambino sulla conversione:
Se avessi mai commesso
il peggiore dei crimini,
per sempre manterrei la stessa fiducia,
poiché io so che questa moltitudine di offese
non è che goccia d'acqua
in un braciere ardente.
Oh, se potessi avere un cuore
ardente d'amore
che resti il mio sostegno,
non m'abbandoni mai,
che ami tutto in me,
persino la mia debolezza,
e non mi lasci mai,
né il giorno né la notte.
Non ho trovato mai creatura capace
d'amarmi a tal punto e senza mai morire,
di un Dio ho bisogno,
che assunta la mia natura
si faccia mio fratello, capace di soffrire.
Io so fin troppo bene che le nostre giustizie
non hanno ai Tuoi occhi il minimo valore,
ed io, per dare un prezzo
ad ogni mio sacrificio,
gettare lo vorrei, nel Tuo divino cuore.
No, Tu non hai trovato
creatura senza macchia,
dettasti la Tua legge, tra i fulmini del cielo,
e nel Tuo sacro cuore, Gesù mi nascondo,
non tremo perché sei la sola mia virtù.
Ecco, non dobbiamo avere timore di Dio, il problema peggiore è che non abbiamo timore di restare nel peccato, di rimanere nella nostra melma.
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